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CRONOLOGIA DELL'OPERA SCIENTIFICA DI ENRICO FERMI                         367

          da accese discussioni con Teller, viene scritto da Fermi anche con lo scopo di confutare
          il punto di vista che le particelle che formano i raggi cosmici siano principalmente di
          origine solare e che non possano attraversare lo spazio galattico a causa della grande
          quantità di energia necessaria. Fermi riesce a individuare sia un metodo per spiegare la
          generazione dei raggi cosmici, sia un meccanismo di accelerazione alle altissime energie
          osservate sperimentalmente. Queste stesse ipotesi verranno presentate da Fermi in una
          conferenza tenuta al Congresso Internazionale di Como sulla fisica dei raggi cosmi ci nel
          1949, al suo primo rientro in Italia. I suoi rapporti con gli amici rimasti in Italia erano
          sempre stati molto stretti. Nel marzo del 1948 Amaldi gli chiede di intercedere presso il
          presidente del consiglio Alcide De Gasperi per appoggiare una richiesta di aumento degli
          stanziamenti per la ricerca scientifica in Italia. Dopo la partenza di Fermi, Amaldi si era
          accollato il duro compito della ricostruzione, mantenendo viva in Italia la tradizione di
          studi e ricerche avviata al tempo della scuola romana. Negli anni successivi diventerà il
          protagonista della riorganizzazione e della rinascita della fisica italiana. Nell'aprile del
          1948 Fermi scrive ad Amaldi: "Da parecchi mesi ho dedicato quasi tutto il mio tempo
          a studiare fisica teorica. Non me ne occupavo da tanto tempo che stavo poco alla volta
          dimenticando quello che avevo saputo e non imparando nulla di nuovo". Contempora-
          neamente lo informa dei progressi nel campo dell'elettrodinamica quantistica e dei primi
          mesoni prodotti artificialmente con gli acceleratori di Berkeley. Questo settore di ricerca
          si era espanso enormemente nel dopoguerra. Inizialmente il centro principale era stato
          Berkeley, dove nel novembre del 1946 era entrato in funzione il ciclotrone da 184 pollici e,
          l'anno successivo un elettrosincrotrone che accelerava elettroni e con il quale furono pro-
          dotti i primi mesoni per fotoproduzione. Anche alla Columbia University e a Rochester
          erano entrate in funzione altre macchine acceleratrici, anche se meno potenti, con le quali
          si producevano fasci di protoni da 200 MeV. Queste macchine aprivano nuovi orizzonti
          alla fisica delle particelle elementari. Fermi e gli altri fisici di Chicago erano impazienti
          di avere a disposizione un grande acceleratore. La costruzione di un sincrociclotrone da
          170 pollici comincerà nel 1949 sotto la direzione di Herbert Anderson e John Marshall.
          Fermi seguirà molto da vicino questo lavoro e si occuperà di effettuare i calcoli del raggio
          dell'orbita del fascio emergente, usando un calcolatore grafico di sua invenzione. Prima
          dell'entrata in funzione di questa macchina Fermi decide appunto di dedicarsi agli studi
          teorici affrontando lo studio delle nuove teorie delle particelle elementari.


          1949


             Dopo la notizia dell'esplosione atomica sovietica, nelle alte sfere militari degli Stati
          Uniti si comincia a discutere la questione dell'elaborazione di un programma per la crea-
          zione della bomba all'idrogeno. Fermi e I. Rabi, che fanno parte del GAC esprimono
          la loro opinione: "Il fatto che la potenza distruttiva di questa arma non abbia limiti
          rende la sua stessa esistenza, nonché la capacità di costruirla, un pericolo per tutta l'u-
          manità". "Durante l'estate Fermi torna in Italia dopo quasi undici anni per partecipre
          alla conferenza di Como sui raggi cosmici; quindi tiene una serie di lezioni a Roma e
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